Quando pensiamo al mondo organizzativo e al mondo aziendale, lo pensiamo come qualcosa di strettamente connesso al dovere e al lavoro. Se ti dicessi di immaginare un manager che sputa fuoco, penseresti a qualcuno di molto arrabbiato. Solo per oggi e per questo articolo, però, quando parlo di un manager che sputa fuoco dovrai prendermi alla lettera.
Ebbene, questo è il potere dei giochi di ruolo nella formazione aziendale e questo è ciò di cui ho parlato con Fabio Boverio!
I giochi di ruolo nella formazione aziendale: chi è Fabio Boverio?
Prima di entrare nel pieno dell’argomento, vi presento in poche parole una persona estremamente esperta dell’uso del gioco di ruolo nella formazione aziendale: Fabio Boverio.
Classe ’81, laureato in filosofia, a capo di ben due compagnie teatrali a Milano e Brescia, Fabio Boverio è un coach, un formatore aziendale e un insegnante di recitazione. Si è avvicinato al gioco di ruolo con la scatola rossa di D&D e ha fatto della sua passione per la recitazione e per il GDR il suo lavoro.
Ha iniziato a fare formazione tenendo un corso di public speaking e col tempo si è specializzato e ha iniziato a proporre anche formazioni aziendali associate al GDR, creando dei format di formazione estremamente interessanti. Ma andiamo a vedere più nello specifico di cosa si tratta!
Quando usare i giochi di ruolo nella formazione aziendale?
Per quanto è bello pensare all’uso del GDR per fare formazione aziendale, bisogna prestare attenzione al contesto.
A tal proposito faccio una piccola premessa. In quest’altro articolo ho parlato di Business Game, una forma di roleplay aziendale che potrebbe essere confuso con l’utilizzo vero e proprio del GDR in ambito organizzativo. In realtà sono due cose molto diverse! Nel Business Game si interpretano personaggi che si muovono all’interno di un contesto aziendale, mentre il GDR usato da Fabio fa calare i manager nei panni di veri e propri eroi fantasy!
Ma torniamo a noi.
Fabio, tra le tante cose, si occupa di un tipo specifico di formazione: la formazione relazionale. Per lui il gioco di ruolo è un mezzo per insegnare soft skill ai dipendenti e ai manager delle aziende, soprattutto nell’ambito della comunicazione relazionale.
Per essere più specifici, la formazione relazionale ha l’obiettivo di fare acquisire maggiore consapevolezza del proprio comportamento manageriale (quindi di gestione organizzativa) e degli effetti che produce, imparando a leggere meglio sia l’interlocutore, che il contesto in cui agiamo.
Un esempio portato da Fabio è quello dei segnali deboli: un buon manager dovrebbe sapere riconoscere i segnali deboli di qualcosa che può trasformarsi in un vero e proprio problema; in pratica, i segnali deboli sono l’analogo dei sintomi delle malattie ma in un contesto organizzativo.
Come funziona l’uso dei giochi di ruolo nella formazione aziendale
Il motivo per cui vengono usati i giochi di ruolo nella formazione aziendale è che sono un ottimo strumento per mettere a nudo le persone che si celano dietro figure professionali di alto spessore.
Fabio ha portato l’esempio di manager super formati, con diversi brevetti alle spalle e ha sottolineato come una persona così esperta ragionerà sempre nell’ottica di manager in un contesto aziendale. Ed è proprio qui che subentra l’importanza del GDR: quando sei un paladino, non indossi più gli abiti del manager! In quella occasione è molto più semplice spogliarsi delle conoscenze precedenti che inibiscono l’apprendimento di nuovi concetti.
Giocando ti divertirai e farai un’esperienza simulativa, ma con conseguenze formative reali!
La formazione, infatti, si basa su tre momenti essenziali: il brief, l’esperienza in sé e il debriefing. In questo caso, l’esperienza è il gioco di ruolo, mentre il debriefing è il momento caldo che viene subito dopo il gioco, in cui riportare quanto appena vissuto nella realtà.
Vediamo adesso un esempio concreto.
Un esempio di formazione tramite GDR
Fabio mi ha raccontato una delle ultime formazioni aziendali che ha svolto tramite gioco di ruolo. Si è trattato di una formazione per diciotto manager di un’azienda multinazionale importante.
L’obiettivo della formazione era migliorare la comunicazione tra figure professionali molto esperte, ma appartenenti a settori diversi, e fare sviluppare loro delle migliori capacità imprenditoriali (lettura dei segnali deboli, intraprendenza).
A questo punto, la mente fantasiosa e geniale di Fabio ha partorito un regno diviso in quattro fazioni (rappresentate da quattro razze diverse). Questo regno ha appena subito l’ira degli dei per un uso scorretto della magia e il re è in grossa difficoltà. Per questo motivo, quest’ultimo ha deciso di richiedere un consiglio speciale una volta l’anno, per quattro anni, in cui sarebbero state le quattro fazioni a consigliare su come gestire il regno.
Ogni turno dura un anno in gioco e 30 minuti nella realtà, durante il quale i giocatori (ossia i diciotto manager divisi nei quattro gruppi) devono risolvere tre problemi di interesse del regno. Una sola persona per fazione può andare a parlare col re.
Durante l’anno, ogni fazione può decidere di mandare una persona a comunicare con una sola delle altre fazioni, creando così una comunicazione incrociata.
Il plot twist di questa formazione sta nel fatto che dopo due anni il re viene avvelenato e le quattro fazioni devono pensare ad una nuova forma di governo da zero. Chi ha avvelenato il re? Ovviamente due impostori che si nascondevano nelle quattro fazioni.
Alla fine dei quattro anni delle uova di drago si schiudono nel regno, che se avrà goduto di buone scelte da parte delle fazioni, allora sarà in grado di difendersi da questa catastrofe. In alternativa, soccomberà.
Ancora due aspetti interessanti di questa formazione…
Ci sono due aspetti molto interessanti di questa formazione.
Il primo è che il re è interpretato dal capo dei manager, il quale non conosce l’esito del gioco e quindi è un giocatore a tutti gli effetti.
Il secondo aspetto è che i due “impostori” hanno l’obiettivo di fare prendere le scelte peggiori possibili alle 4 fazioni, ma non sanno quali siano queste scelte, né che conseguenze avranno. Insomma, a dir poco geniale.
Veniamo alle conclusioni!
I giochi di ruolo nella formazione aziendale: in conclusione
In conclusione a questo articolo ringrazio Fabio Boverio, che potrete trovare su Facebook e su LinkedIn e che mi ha dato l’occasione di parlare di un argomento così tanto interessante. Parlare con lui è stato un onore e spero che questo articolo vi abbia incuriosito quanto ha incuriosito me.