Intervista Gianandrea Muià

Perché le persone guardano video e live di gente che gioca di ruolo? Come è percepito il GDR da chi lavora in questo mondo? Che cos’è ‘sto Vox Machina di cui si sta parlando tanto in questo periodo?

Per rispondere a queste domande – e a molte altre – abbiamo fatto una chiacchierata con una persona che ha bisogno di ben poche presentazioni nella community del GDR in Italia, Gianandrea Muià!

Se siete curiosi di conoscere il mondo del Gioco di Ruolo da dietro le quinte, beh, non vi resta che continuare a leggere.

Partiamo in ordine: l’intervista a Gianandrea Muià

Ciao Gian! Grazie per il tempo che ci stai dedicando. Parto con una domanda di rito per i nostri lettori: chi sei?

Ciao a tutti. Mi chiamo Gianandrea Muià, sono un doppiatore, un attore, un content creator sul web e parte del progetto di divulgazione del GDR noto come “InnTale”.

Per alcuni sono la voce di Miles Morales nei giochi PlayStation, per altri Hvitserk della serie TV Vikings, per altri ancora sono “Orion – Web Dubbing” su Youtube, o il gigantesco nerd dietro l’adattamento italiano di The Legend Of Vox Machina, o infine il giocatore dietro Galgith nella campagna GDR di Luxastra.

Da giocatore di ruolo ti chiedo: che ruolo ricopre il GDR nella tua vita?

Il GDR è un qualcosa che lego a delle corde molto dolci della mia vita e della mia infanzia. Io e mio fratello maggiore abbiamo scoperto molte cose insieme durante la mia crescita: Warhammer a 7 anni, Magic The Gathering a 8, Baldur’s Gate 2 a 9. E proprio mentre giocavamo mio fratello mi disse “Sai che è tratto da un gioco da tavolo?”, e così scoprimmo Dungeons & Dragons.

Comprammo i manuali, radunammo alcuni suoi amici e iniziammo una campagna che durò quasi 10 anni. Durante gli ultimi anni delle elementari e tutte le medie ero insicuro, timido, subivo atti di bullismo, e il GDR mi permetteva di entrare in una bolla sicura, di evadere, di vivere la vita di un personaggio che era come sarei voluto diventare.

Il mio personaggio era sicuro di sé, determinato, intraprendente, e con gli anni mi sono conquistato quelle qualità anche io. Oggigiorno il GDR fa parte della mia quotidianità: una mia passione dell’infanzia è diventata il mio lavoro, in un modo assolutamente inaspettato.

Piccola curiosità personale: la tua esperienza da attore e doppiatore ha influenzato le tue capacità di improvvisazione e caratterizzazione del personaggio al tavolo da gioco?

Assolutamente sì. A dirla tutta, la mia esperienza recitativa ha influenzato la mia vita di tutti i giorni, ma nel GDR assolutamente dà il meglio di sé. Improvvisare dei monologhi, avere una risposta calzante e coerente in ogni istante, sapere come usare la voce per veicolare meglio un messaggio o un personaggio.

Credo mi stimoli anche a differenziare sempre di più di volta in volta che personaggio giocherò. Dalla nascita di InnTale ho interpretato tanti personaggi estremamente differenti tra loro, perché mi diverto a giocare con la voce e con varie interpretazioni. 

Puoi spiegare cos’è InnTale e, nello specifico, cos’è Luxastra?

InnTale è un progetto web di divulgazione del Gioco di Ruolo nato da un’idea di Simone Rosini. Tramite vari format video e campagne GdR si vuole spiegare cos’è questo mondo al pubblico generalista, e fare vedere la bellezza di questo passatempo a chi non ne aveva mai sentito parlare.

Luxastra è il format di punta del progetto: una campagna di Dungeons & Dragons scritta e narrata da Mattia Ceniti dove un gruppo di giocatori (me compreso) affrontano questa avventura, che viene registrata, editata, impreziosita dall’aggiunta di illustrazioni, musiche, effetti grafici e sonori, post produzione audio/video e infine caricata su Youtube, cercando di fornire al pubblico una giocata GDR, che di norma durerebbe 3-4 ore, in un formato più fruibile ai più senza tempi morti e con un timing più approcciabile.

InnTale Gianandrea Muià

Guardando le live su Twitch di InnTale, ho sentito Simone Rosini parlare di come capiti, durante la registrazione, che una battuta venga ripetuta per migliorare il ritmo. Questo, unito ai tagli e al sapiente montaggio, rendono Luxastra un prodotto che io trovo estremamente piacevole. Da questo, però, mi sorge un dubbio.

Parlando con chi ha iniziato a giocare di ruolo in quarantena – o comunque di recente – ho scoperto che molti hanno iniziato proprio per merito di Luxastra. Se da un lato sono felice di sapere il GDR in espansione, dall’altro mi sorge un dubbio: che le persone non distinguano un video di Inntale da una sessione casalinga, notando le discrepanze (taglio di tempi morti, esperienza dei giocatori, capacità di improvvisazione) fra le due esperienze. Cosa ne pensi? Come tu pensi vadano fruite le due esperienze di GDR?

Quello che noi facciamo in Luxastra è una ruolata casalinga, non credere. Solo che viene effettuata davanti a delle telecamere e con uno scopo ben preciso. Questo ovviamente ci porta a ripetere una battuta se poco chiara, ma non rende meno genuino ciò che facciamo. Anzi, è uno dei motivi per cui facciamo anche sessioni GDR in live, così da dare un’esperienza senza filtri, e la differenza è davvero minima dal punto di vista interpretativo.

Il tuo timore è sensato ma a mio avviso non è così preoccupante come può sembrare. Più gente che mai in Italia si sta approcciando al Gioco di Ruolo, e anche se il tasso di conversione fosse solo il 10% sarebbe comunque una vittoria. Certo, magari in tanti provano spinti dopo una visione di una nostra puntata, scoprendo poi che non fa per loro, ma non sai in quanti invece ci scrivono ringraziando di avergli fatto scoprire questo mondo. Questo perché seppur il GDR sia fatto per tutti, non vuol dire che tutti devono innamorarsi dei GDR.

Quando ho iniziato io a giocare, ho avuto presto a che fare con Power Player che se non giocavi il tuo pg secondo i loro standard te lo giocavano loro per sessioni e sessioni per “spiegarti”.

Personalmente, se fossi un nuovo giocatore, preferirei 100 volte iniziare con qualcuno che cerca di interpretare e vivere la propria avventura cercando di “emularci” anche se magari con scarsi risultati, piuttosto che passare per l’elitarismo di quelli che facevano gli avvocati del manuale pronti a trovare ogni falla nel regolamento e a rifarti la scheda come loro credevano fosse meglio dicendoti cosa fare ad ogni round. Soprattutto: non c’è un modo giusto di giocare ai GDR, e come in ogni altro gioco bisogna permettere a chi è alle prime armi di sbagliare. Poi sta a noi giocatori più esperti indirizzare verso una via più equilibrata e giusta per il bene di tutti.

Come mai secondo te i video di actual play di GDR vanno molto come forma di intrattenimento? Perché le persone iniziano a preferire un video di persone che giocano di ruolo rispetto ad un episodio di una serie tv?

Perché si sentono parte di una community. Perché vige sempre l’effetto “Grande Fratello” ovvero una persona qualunque, una persona come me, ha fatto una cosa che trovo incredibile. Perché una buona storia sarà sempre d’effetto per gli occhi di chi guarda. Perché quello che vedo in una serie tv non lo posso ricreare facilmente, quello che vedo in una giocata di ruolo sì.

Ho guardato The Legend Of Vox Machina e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Ci parli di cosa si tratta e dell’esperienza di adattamento e assistenza al doppiaggio?

The Legend Of Vox Machina è la serie animata della prima campagna di Critical Role, il progetto GDR più grande e famoso del mondo. Nello studio di doppiaggio dove ho lavorato a tante serie come Vikings, The Wilds, As We See It e tante altre un giorno arrivò anche Vox Machina, e Marcello Cortese (CEO dello studio Dream & Dream) sapendo della mia passione per i GDR e per Critical Role decise di affidarmi l’adattamento della serie.

Da amante del mondo dell’animazione per me è stato bellissimo poter fornire l’adattamento dei dialoghi italiano, da giocatore di ruolo con esperienza ventennale e conoscenza dell’opera d’origine. Ho potuto affrontare il copione con massima attenzione e consapevolezza del materiale di provenienza e il pubblico di destinazione.

Ho chiesto di poter fare da assistente al doppiaggio in sala di registrazione, e ne ho approfittato non solo per aiutare la direttrice del doppiaggio Stefania Depeppe nel lavoro, ma anche per poter spiegare approfonditamente a tutto il cast su che cosa stavano per mettersi a lavorare. Gli ho parlato dei loro personaggi, del loro passato, a cosa sarebbero stati destinati, così da poter restituire il più possibile in fase di doppiaggio.

Vox Machina Gianandrea Muià

Le maggiori critiche che ho sentito porre alla serie ne sottolineano, a parer mio, un importante punto di forza. Il punto su cui si concentrano è che sia molto evidente la natura di adattamento animato di una campagna di GDR (dai tropes, al linguaggio utilizzato, alle situazioni, agli stereotipi ed espedienti narrativi).

Personalmente è qualcosa che apprezzo molto e, non avendo visto la campagna di gioco da cui è stata tratta, trovo estremamente divertente immaginare i giocatori dietro i personaggi e le situazioni giocate. 

Dal tuo punto di vista, il fatto che si noti la provenienza di questo adattamento è un punto di forza o di debolezza della serie?

Nessuno dei due a mio avviso. È un punto, uno tra i tanti. Ma non sono tra le persone migliori a cui fare questa domanda: ho visto e rivisto tutti gli episodi sia in inglese che in italiano per via del mio lavoro, e ormai Vox Machina mi è sotto pelle.

Di certo però una cosa che agogno è il parere di tutto quel pubblico che non sa niente né di Critical Role né dei GDR. Che la vede solo perché è una nuova serie animata, un po’ come chi ha visto Invincible non sapendo nulla del fumetto originale. È quello il parere che mi interessa di più al momento. I fan del GDR si sono polarizzati in due linee ben distinte: chi l’ha adorata e chi la trova un’opera orribile, quasi un’eresia. E me l’aspettavo. Ora voglio sapere di più da parte di chi non sa nulla.

In quanto serie animata, ho notato degli aspetti – alcuni dei quali tu hai contribuito a costruire – che mi hanno lasciato piacevolmente sorpreso. Il linguaggio volgare e basso, ad esempio. O le situazioni in cui viene mostrata on screen violenza, sangue, momenti estremamente horror e contenuti sessualmente espliciti. 

Da cosa deriva, secondo te, questa libertà? La Leggenda di Vox Machina può essere affiancata ad un filone di cartoni animati non adatti ad un pubblico di bambini?

Assolutamente si. Sin dall’inizio il team di Critical Role aveva avvertito che sarebbe stata una serie per adulti. In fondo l’accostamento “animazione/bambini” è un salto mentale comune ma sbagliato. Quante opere animate sono tutt’altro che per minorenni? Ghost in the Shell, Akira, Perfect Blue, Devilman sono solo le prime che mi vengono in mente.

Nella campagna di Vox Machina i giocatori imprecavano, squartavano, rabbrividivano dall’orrore e facevano allusioni sessuali, esattamente come tanti altri giocatori. Critical Role è solo stato fedele a quello. Io invece ricevetti l’indicazione di rispettare quella volgarità verbale (e l’avrei fatto anche se non me l’avessero detto).

Il mio scopo era solo non renderlo ripetitivo e stantio: troppe volte in un film ho sentito ogni “fuck” tradotto con un “fottuto”, e personalmente non lo sopporto. La nostra lingua ha accesso a un vocabolario di volgarità vastissimo e colorito, e ho cercato di sfruttarlo al meglio.

Mi permetto però un consiglio: i primi due episodi sono un pilota, un concentrato di leggerezza e spregiudicatezza che ha fatto desistere i più scettici durante la visione. Datevi il tempo di arrivare almeno fino al terzo/quarto, perché è da lì che parte la serie vera e propria, con la sua serietà, profondità emotiva e psicologica, e tutte le sue sfaccettature che a mio avviso la rendono davvero meritevole.

Non mi oserei paragonarli, ma in fondo lo stesso discorso si può applicare a Pulp Fiction: se non superi la scena del “ha l’aspetto di una puttana” perché usano troppe parolacce e perché c’è un bel po’ di sangue, ti stai solo perdendo un bel film.

Conclusione post-intervista a Gianandrea Muià

Ringraziando Gianadrea Muià per l’intervista vi ricordo che, se volete approfondire l’argomento Vox Machina, sul canale Twitch di Prime Video sono andate in onda una serie di live tematiche, con ospiti d’eccezione quali – oltre a parte del cast di Inntale – anche persone del calibro di Kodomo, Fierik, Immanuel Casto e Cydonia!

Se invece volete seguire Gian, lo trovate su Instagram e Twitch. Alla prossima!

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