never split the party

Scopriamo cosa significa “never split the party“, quando viene utilizzato durante le sessioni e per quale motivo si tratta di una frase che viene abusata dai giocatori! Il suo significato letterale è “mai dividere il party” ovvero mai separare i personaggi e spesso questa frase viene utilizzata in modo errato.

Questo articolo analizzerà i momenti in cui, durante la sessione, è sensato o meno dividere il gruppo di gioco. Si parlerà dei vantaggi e degli svantaggi della divisione e, infine, del concetto di downtime, ossia del party diviso fuori dalla sessione.

Il corretto utilizzo di “Never split the party”

La decisione di non dividere il party risulta efficace durante i combattimenti quando conviene che i personaggi si spalleggino a vicenda. Infatti, l’unione fa la forza ed uniti si hanno maggiori possibilità di uscire vivi dal fight!

L’antitesi del combattimento spalla a spalla è la scena che si svolge in ogni puntata di Scooby-Doo. Quando la banda di ficcanaso, fiutato il pericolo, si divide in coppie che prendono direzioni diverse, ed è lì, signori, che casca l’asino.

Quando questo avviene durante la vostra sessione di gioco, il master si trova a dover gestire separatamente lo sviluppo di diverse linee narrative. Il rischio che risulta da questo progresso è che i personaggi non protagonisti della scena giocata smettano di prestare attenzione.

“Un master poco intelligente che si accorge del fatto che non stai prestando attenzione potrebbe vendicarsi sul tuo personaggio: giocatore avvisato, mezzo salvato.”

Avviso ai giocatori distratti

Un’altra situazione potrebbe essere quella in cui è il master che vi spinge in direzioni diverse.

In questo caso potrebbe avere in mente qualche risvolto psicologico (o fisico) importante per il vostro personaggio. Assecondatelo e, la prossima volta che dovesse succedervi, raccontateci come è andata!

Ricordo il mio primo personaggio: una tabaxi ladra a cui il master aveva fatto incontrare un necromante. Da tabaxi ladra a tabaxi-non-morta-ladra è stato un attimo. D’altronde il patto che mi aveva proposto era così conveniente!

DA: “ESPERIENZE DI GIOCO TRAUMATICHE E DOVE TROVARLE”

Ma ci sono situazioni in cui invece conviene che il party si divida? Quali sono?

Quando dividere il gruppo

Esistono certi momenti di gioco in cui invece conviene dividere il party! Uno dei più frequenti è quello che precede l’inizio di un viaggio o di una missione. Ci sono provviste da prendere, equipaggiamento da migliorare, informazioni da raccogliere (questo ovviamente se il vostro master decide di farvi giocare queste scene).

In questo caso se i giocatori si dividono in più gruppi il master ha la possibilità di giostrare agevolmente gli sviluppi di ciascuna azione. Magari rifornirsi di vestiti pesanti non porterà a grandi sviluppi di trama ma scoprire che al fabbro sono stati trafugati gli stampi dei picconi e che l’alchimista del villaggio è sparito da qualche tempo potrebbe aiutarvi a fare chiarezza sulle sotto-trame tessute dal master.

Un altro caso in cui dividere il gruppo risulta conveniente è durante i momenti di ricognizione. So perfettamente che non pensavate di mandare il paladino, in armatura completa, a perlustrare la zona sospetta ma ripetita iuvant.

Far avanzare il ladro, sicuramente più silenzioso e rapido, è una mossa scaltra. Congratulazioni, avete appena diviso il party in maniera sensata (nda: non è detto che il master non vi colga comunque alle spalle, quindi occhio).

Downtime: party splittato fuori sessione

“Ma io voglio parlare solo con Gerry, non voglio che gli altri sentano!”

Tom ha espresso al tavolo la sua incapacità a giocare a D&D ma niente paura, il master sa come gestire una situazione simile. Proprio quando il party si innervosisce (offesi perché loro sanno distinguere tra ciò che conoscono i giocatori e ciò che conosce il personaggio) il master suggerisce di giocare la scena in downtime.

Ovviamente qui si scherza e il downtime è un momento utile quando ci si vuole prendere del tempo per interagire con un NPC o un PG e non si vuole rubare troppo la scena al tavolo. In questo caso sarebbe bene non inserire snodi narrativi eccessivamente importanti, durante questi momenti. Ma cos’è, nei fatti, il downtime?

Il downtime è un momento di gioco in cui non sono presenti tutti i giocatori e che quindi rientra nei casi in cui possiamo considerare il party diviso. Ad interagire sono dei personaggi (o personaggio e NPC) che vogliono ruolare una scena in solitaria.

Never split the party: benedizione o maledizione?

Per concludere, con questo articolo abbiamo cercato di spiegare come il vecchio e fin troppo comune never split the party non sia sempre valido in ogni tavolo e in ogni situazione.

E voi cosa ne pensate? Avete giocato delle scene in cui dividersi è stata una buona mossa? Se ti va di raccontarcelo puoi scriverci su Facebook o Instagram.

Che i dadi vi sorridano, avventurieri!

Ti è piaciuto l'articolo?