Perché amiamo giocare di ruolo? I motivi sono tanti, ma il principale è la possibilità di creare una storia tramite una narrazione collettiva.
Una buona narrazione è necessaria in un’avventura, che si tratti di una campagna infinita o di una oneshot di poche ore. Il master deve saper immergere i giocatori nell’ambientazione e rendere la narrazione coerente e reale dal loro punto di vista.
Qual è uno dei metodi per farlo? Se pensiamo alla letteratura, al cinema, le serie tv o i videogiochi, la narrazione avviene con grande efficacia attraverso i personaggi che si muovono all’interno e che creano la storia stessa. Nel gioco di ruolo saranno gli NPC a svolgere questo compito.
Cos’è un NPC?
Con NPC si intende Non-Player Character, in italiano Personaggio Non Giocante o PNG. Sono tutti quei personaggi gestiti e impersonati dal master. Il loro ruolo non è da sottovalutare: alcuni di essi saranno più importanti di altri, ma ciascuno di loro influenzerà la narrazione e quindi l’immedesimazione.
Dall’umile bottegaio del borgo al faraonico dio-sovrano di un impero, saranno una chiave della narrazione e dell’interazione.
La caratterizzazione degli NPC risulta quindi fondamentale. Il giocatore per poter esprimere al meglio il proprio personaggio e per sentirlo reale, ha bisogno di sentire che l’ambientazione in cui si muove è reale. Per fare ciò la narrazione si sviluppa attraverso l’interazione con il mondo e quindi con chi lo abita.
Mostrare ad un giocatore dei personaggi rancorosi verso il tiranno che li opprime sarà molto più efficace di una descrizione fatta ai giocatori al di fuori del gioco, per esempio.
Un NPC reale avrà quindi un passato, dei legami, delle emozioni, proprio come i personaggi impersonati dai giocatori. Questo non significa che dobbiamo creare in anticipo una quantità infinita di schede di NPC, anche perché spesso quasi sempre dovremo improvvisare al momento, soprattutto per quanto riguarda gli NPC minori.
Per gli NPC che invece saranno parte integrante della campagna sarà utile preparare qualcosa prima, per evitare incongruenze con la narrazione che vogliamo portare ai giocatori, e per non cadere nella trappola di un’improvvisazione malriuscita che distorca l’NPC che avevamo in mente.
Immaginate, per esempio, il gruppo di avventurieri si ritroverà a ricevere udienza dal Marchese Dudone, noto per le sue grandi capacità diplomatiche – appreso tramite precedenti interazioni con gli abitanti del suo feudo, magari.
Se durante l’incontro questi porterà idee sconclusionate e argomenti labili, il tipo di narrazione che avevamo in mente cambierà e avremo risultati diversi, non per le scelte impreviste degli avventurieri, ma per la poca coerenza dell’ambientazione.
Se dovesse succedere non è tuttavia un dramma irrisolvibile, quello che inizialmente potrebbe essere un errore può sempre mutare in una svolta interessante. Forse l’aria maldestra è solo una facciata? Oppure potrebbe celarsi un impostore…
Come caratterizzare un NPC?
Per cominciare è bene tener presente una cosa: non serve complicarsi la vita. La semplicità funziona sempre e per la maggior parte degli NPC non è necessario creare storie complicate e riempire fogli A4 di informazioni. Come per i personaggi bastano poche informazioni chiave che diano l’ossatura su cui costruire il resto.
Obiettivi
Cominciamo dal perché. Perché un determinato NPC vuole raggiungere un determinato obiettivo o perché in quel momento si trova in una determinata situazione. Ci sarà un motivo per cui il Marchese Dudone ha bisogno dell’aiuto di un gruppo di vagabondi debosciati senza una lira in tasca.
Gli obiettivi sono il muro portante nel gioco di ruolo. Un malvagio che agisce per una malvagità fine a sé stessa intriga meno di un antagonista animato da un ideale. Lo stesso vale per gli altri NPC che abitano il mondo, non sono pedine vuote atte a sfornare missioni, ma contribuiscono tutti a rendere la narrazione più coinvolgente.
Caratteristiche
Deciso che il Marchese Dudone punta ad ampliare i suoi possedimenti per rinfacciare al padre che non è un buono a nulla, possiamo dargli una caratterizzazione immediata. Un dettaglio, qualcosa che lo faccia restare nella mente del giocatore.
Pensare per immagini è molto più immediato che per parole, perciò per il giocatore sarà più facile ricordarsi del Marchese Dudone se lo assocerà ai lussuosi vestiti dorati che indossa sempre o agli occhi che brillano ogni volta che si parla di conquistare nuove terre. Tutto ciò tenendo presente che sarà fondamentale non creare uno stereotipo o una caricatura.
Tridimensionalità
Infine, perché la narrazione sia appagante, dobbiamo lavorare sull’interattività del nostro NPC. Come cambia in relazione al party con cui interagisce, come i personaggi possono influenzare non solo gli obiettivi dell’NPC, ma anche il suo sviluppo e la sua caratterizzazione.
Durante la narrazione avere a che fare con un NPC dinamico, contribuirà a renderlo più vero agli occhi dei giocatori. E così il Marchese Dudone potrebbe un giorno arrivare a fregarsene dei sotterfugi tra signorotti, e dare una mano agli avventurieri nella loro avventura, se questo sarà coerente con lo sviluppo della storia.
Tutto questo vale sia per NPC principali che secondari, anche perché non dobbiamo dimenticare che la narrativa è influenzata direttamente dai giocatori e che quindi spesso saranno le loro scelte a decretare quanto un NPC sarà importante oppure no. Se un NPC piace al gruppo e viene spesso coinvolto nella narrazione è bene dargli uno spessore proporzionato anche se in origine era stato pensato meno in profondità.
Conclusioni
NPC ben inseriti nella narrazione possono cambiare la percezione dei giocatori verso la campagna, possono modificare la campagna stessa e entrare nei cuori dei giocatori. Vale la pena investire su di essi in quanto sono ciò che rende il mondo di gioco più vero agli occhi dei giocatori. Potranno quindi esprimere al meglio i loro personaggi.
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