Partendo dalle ultime affermazioni su Candlekeep Mysteries, il manuale d’espansione per D&D 5e che uscirà il 16 Marzo, questo articolo tratterà di PG con disabilità.
Voglio dare il mio parere perché penso che esistano modi giusti e modi sbagliati per includere, e sono dell’idea che i passi avanti in questa lotta vengano fatti solamente grazie ai primi.
Prima di iniziare, un doveroso disclaimer: l’inclusione è un tema importante nel mondo del GDR. In questo ambito, ancora oggi, si assistono ad episodi di Gatekeeping che avvelenano la community.
Questo articolo non vuole essere in alcun modo contrario all’inclusione di nessun gruppo sociale: al contrario, la critica ai modi sbagliati per includere è una prefazione ad alternative valide da applicare ad ogni tavolo da gioco, in modo da accogliere giocatori con disabilità (e giocare pg con disabilità).

Candlekeep Mysteries contiene “dungeons accessibili in sedia a rotelle”
L’idea di avere dungeon privi di barriere architettoniche, a prima vista, potrebbe sembrare poco sensata. Non lo è, non sempre almeno. Tentiamo di contestualizzare.
Mettiamo a confronto due ambienti: la torre di un vecchio mago, ormai non più in grado di muoversi come una volta, e l’intricato sistema di caverne, dimora di una colonia di ragni giganti.
Nel primo caso, è sensato il fatto che il mago abbia disposto una serie di sistemi, magici e meccanici, per muoversi fra i piani della sua torre. Che si tratti di ascensori che levitano o altri stratagemmi, in questo caso ci troviamo di fronte ad un dungeon accessibile sensatamente.
Nel caso del sistema di cunicoli e caverne, invece, è legittimo pensare che i ragni si muovano in modo diverso da creature umane. Le caverne potrebbero essere estremamente ripide, dissestate, alcune anche in verticale. Quello appena descritto, è un dungeon non accessibile sensatamente.
Ci troviamo di fronte ad un bivio: per rendere i dungeon accessibili a tutti ha senso giocare solo in luoghi come quelli del primo tipo? E ancora, ha senso snaturare l’essenza di luoghi del secondo tipo per renderli accessibili a tutti, PG umani compresi? La risposta, secondo me, è no.
A mio parere, l’idea di creare solo luoghi privi di barriere architettoniche funziona come soluzione architettonica appartenente al mondo reale. Essendo D&D un gioco di ruolo fantasy, esistono molte altre possibili soluzioni.
Di seguito vi presento alcuni metodi che ritengo siano più adatti per includere personaggi disabili all’interno delle vostre avventure in D&D.
La Sedia a rotelle da Guerra
Sara Thompson, nel 2020, ha risposto alla domanda “Siamo in un mondo fantasy, perché non abbiamo delle sedie a rotelle fantasy?”. In questo modo è nato il supplemento per D&D 5e chiamato Combat Weelchair.
All’interno di questa cartella di Drive creata da Sara, è presente una buona quantità di materiale che ruota, appunto, attorno alla Sedia a rotelle da guerra.
Questo oggetto, come dice il nome, non è altro che una sedia a rotelle, un mezzo di locomozione assistita, ma con delle aggiunte fantasy. La sedia a rotelle da guerra, infatti, è mossa da due Beacon Stone, pietre imbevute di magia, che dotano la sedia di un motore.
Oltre a questo, la sedia a rotelle da guerra è in grado di fluttuare sulle scale e di essere usata come un’arma. Inoltre, è possibile aggiungere Upgrade che rendono la struttura più solida, silenziosa, le consentono di muoversi sulle pareti o di essere collegata a balestre.
La sedia a rotelle da guerra è la soluzione perfetta per giocare pg che hanno difficoltà motorie senza dover modificare il dungeon.

Soluzioni alternative
In D&D si giocano personaggi fuori dal normale, trovare delle soluzioni alternative in modo da rendere giocabili PG con disabilità è fattibile.
Sempre parlando di problemi alle gambe, perché non giocare un Artefice Battlesmith che cavalca il suo Steel Defender in battaglia?
Si vuole giocare un PG privo della vista? Tasha’s Cauldron of Everything introduce lo stile di combattimento Blind Fighting, che consente di percepire i dintorni anche senza l’ausilio della vista.
Un personaggio sordo? Sempre Tasha introduce il talento Telepathic, che consente di comunicare telepaticamente con le creature, senza necessariamente dover parlare.
Un giocatore desidera interpretare un PG con disturbi legati alla sfera sociale? Va benissimo, non c’è nessun problema. Perché non giocare un Bardo in grado di comunicare con la sua arte? O un Druido che esercita il controllo sulla natura circostante per manifestare le proprie emozioni?
Le possibilità sono infinite, bisogna imparare a sfruttarle.

Avere giocatori disabili al tavolo
Per concludere, vorrei parlare di come avere a che fare con giocatori con disabilità al tavolo da gioco.
Certamente il GDR permette ad una persona con disabilità di giocare un personaggio senza, ma se non volesse?
Banalizzare la questione è molto semplice: perché non giocare un personaggio senza disabilità? Siamo in un mondo fantasy, perché non farsi “aggiustare”?
La verità è che, come sottolinea Sara Thompson, alcune persone con disabilità non vogliono essere “aggiustate”. Dare una rappresentanza, anche all’interno di un mondo fantasy, di personaggi o NPC con disabilità è estremamente importante.
Il GDR è uno strumento potentissimo, in grado di annullare le differenze fra i giocatori. Utilizziamolo come strumento di inclusione: ne ha tutte le potenzialità.