Epigoni GDR copertina

Il primo aprile il Kickstarter di “Epigoni GDR Mythpop” aprirà i battenti. Ma cos’è Epigoni? Perché il mythpop è così interessante? Che tipo di storie si possono raccontare con questo gioco? Ne ho parlato con Nicola Santagostino, il creatore del gioco. 

Se vi attira l’idea di un GDR che si basa sull’anima più profonda di questo mondo – ossia la tendenza umana a raccontare e raccontarsi storie – continuate a leggere.

Epigoni GDR – L’intervista a Nicola

Ciao Nicola! Grazie per essere qui. Ti va di presentarti ai nostri lettori?

Certo che sì. Sono Nicola Santagostino, mi trovo sulla Terra da quasi 39 anni e ho iniziato a giocare di ruolo quando ne avevo 13 – più o meno quando c’era il Satanic Panic in Italia nella città in cui giocavo di ruolo, Tortona.

Mi sono occupato di cinema e giornalismo, passioni che mutuo dalla mia famiglia che si occupa da sempre di critica cinematografica. 

Nella vita ho lavorato con temi quali occultismo, antimafia, politiche sociali – come il potenziamento dello studio della lingua italiana per migranti, politica universitaria. Mi è sempre piaciuto far collimare il mondo del sociale con quello del GDR e, più in generale, con quello della cultura pop.

A tal proposito, cos’è Epigoni GDR?

Epigoni GDR è un gioco di ruolo di stampo moderno basato sul Copperhead System, un sistema mio e di Antonio Rossetti. Il metasetting di Epigoni si propone di raccontare storie da American Gods a Percy Jackson passando per tutto lo scibile umano del mondo mitologico e mythpop.

Epigoni non è un setting ma un metasetting al cui interno è presente un numero potenzialmente infinito di bolle narrative chiamate Visioni. Ogni Visione si muove secondo le sue regole e logiche della narrazione.

Alcuni esempi di Visione sono Gangs of London (presente nel Quickstart), Notti Mitiche (in cui si gioca nel Bel Paese, l’Italia degli anni ’90), Paradygm (una Visione cyberpunk con un Mondo del Mito sovrappopolato rispetto al mondo reale).

I protagonisti discendono da Divinità, Incarnazioni di idee o Leggende: si tratta di persone che hanno appena ricevuto lo strappo del Velo di Maya e, pertanto, scoprono l’esistenza di creature sovrannaturali chiamate Entità del Mito.

Parlando di mythpop, di cosa si tratta?

Per parlarti di mythpop devo fare una piccola premessa. L’essere umano è un creatore di storie che ragiona in maniera narrativa.

Noi creiamo storie, abbiamo ansie sul nulla, ci innamoriamo di sogni e odiamo ideali. Siamo animali rotti, l’unica specie del pianeta che vive una vita divisa fra istinto e fantasia.

Le storie ci aiutano a stare bene. Quando da piccolo hai paura del buio il pupazzetto magico ti tranquillizza e ti fa addormentare. Quella è una storia.

Le storie ci servono perché abbiamo bisogno di credere che il mondo sia un posto più logico e ordinato di quello che è: l’orrore di pensare che siamo in preda al caos non ci farebbe più vivere.

Con l’arrivo del raziocinio e del positivismo abbiamo ucciso i miti: la religione sparisce ma l’essere umano non smette di ragionare per miti e farne emergere sempre di nuovi. 

I miti possono essere supereroi. Quello che per me può essere Lanterna Verde per qualcun altro è Spiderman: parliamo di un individuo che ci fa risuonare dentro delle corde.Sono numi celesti a cui aspiriamo e di cui abbiamo bisogno nei momenti di difficoltà.Nelle ultime olimpiadi abbiamo assistito ad una marea di riferimenti alla cultura pop. Pensa al windsurfer che si è fatto i capelli come Aang dell’Ultimo Dominatore dell’Aria. Io l’ho trovato di una bellezza commovente.

Epigoni GDR Avatar

È incredibile e il mythpop è quello, è l’adulto che guarda il mondo con gli occhi del bimbo.

Mi sembra di capire che il mythpop sia un portale verso una dimensione sconfinata di storie. A tal proposito, di cosa parla Epigoni GDR? Quali storie si possono raccontare?

Epigoni parla della crescita. Questo gioco è una grossa metafora dell’assunzione di responsabilità della propria vita, di diventare gli eroi e i protagonisti di sé stessi.

Ancora, è una metafora dell’abbandono dei genitori e del diventare adulti che, come dico sempre, implica accettare che si è orfani.

In Epigoni tutto si apre con un individuo sovrannaturale, un’Entità del Mito che ti strappa il Velo di Maya di fronte agli occhi e poi se ne va, lasciandoti solo in un mondo che hai appena scoperto essere più complesso di come hai sempre creduto.

Da lì partono le avventure che, in ultima istanza, ti portano a diventare qualcosa ancora più importante di una divinità, ossia te stesso. L’ultimo capitolo di Epigoni GDR si chiama “Cavalcando verso il tramonto” proprio perché la tua avventura e finita e sei finalmente libero dalle grinfie del Fato.

Per quanto riguarda il tipo di storie, nelle mie campagne di playtest ho fatto giocare situazioni rubate dalla mitologia classica, dalle dodici fatiche di Ercole all’Odissea, riadattata come un road trip in giro per l’America.

Parlando di temi, il genere prediletto è l’action. Il Copperhead è costruito per essere un regolamento rapido, non ci giocherei un giallo. Se me lo chiedono descrivo il Copperhead come “Schopenhauer con le esplosioni alla Die Hard”.

Descrizione peculiare, non c’è che dire. Per quanto riguarda il target di Epigoni, come immagini il giocatore medio di questo gioco?

Epigoni è un gioco costruito per un target variopinto. Il suo sistema è rapido, smart, “cotto e mangiato”. Tendiamo a voler fornire tutti gli strumenti per iniziare a giocare il prima possibile, nel Quickstart abbiamo inserito una ambientazione con dentro più di una one-shot.

Il pubblico di Epigoni deve apprezzare storie semplici e non deve per forza amare fare grosse riflessioni! Epigoni si appresta a molte storie diverse, ma il primo strato di interpretazione del gioco è semplice, giocabile e godibile. Nella Visione di Gods of London puoi giocare un tizio che spara a Cernunnos, dio della caccia e bon, hai giocato la tua avventura e ti sei divertito.

Chiarissimo. Ora ti faccio una domanda che richiede una piccola premessa. Che la fetta più grossa di giocatori di ruolo fruisca di D&D/solo di D&D è appurato. A parer mio, giocare solamente ad un GDR crea un determinato mindset che si tende ad applicare a tutti i GDR.

Per cui ti chiedo come avvicineresti ad Epigoni qualcuno che ha giocato solo a D&D.

Allora, io sono pienamente convinto che ci sia un grosso bias attorno a D&D, ossia che chi gioca a quel gioco voglia solo il fantasy medievale. In realtà non è così.

Se prendiamo Vox Machina, lo troviamo molto più vicino ad Epigoni come stile di gioco che a D&D. Vox Machina è molto weird, action, rapido. Abbiamo persino un personaggio vestito come un tizio del 1800 con una pistola, di che parliamo?

Ciò che secondo me può spingere a provare Epigoni GDR è innanzitutto il setting contemporaneo. L’urban fantasy è il mondo di oggi con twist. Un altro punto che attira è la mitologia moderna per come è percepita oggi.

Infine, ciò che può avvicinare, secondo me, sono tutti i riferimenti alla cultura pop di cui Epigoni è pervaso. Non devi inventare nulla di passato, fantasy o futuro. Puoi ambientare un’avventura a New York speziandola con i miti greci. Puoi giocare a D&D dentro Epigoni! (ride, ndr).

Come dico sempre, Epigoni è la truffa definitiva.

Parliamo adesso un attimo del sistema su cui gira Epigoni GDR, ossia il Copperhead. Ce lo racconti?

Il Copperhead è un regolamento rapido, basato su una pool di d8 e sulla capacità del giocatore di raccontare la scena.

Questo sistema offre la possibilità di non fornire un unico approccio alla sfida, di lasciare spazio all’improvvisazione dando norme chiare entro cui potersi muovere.

Non è rapidissimo da imparare ma ritengo che la cosa più difficile da fare sia entrare nel mindset. È il giocatore a costruire la scena, il compito del master è solo quello di porre le basi e gestire le conseguenze.

Andiamo un po’ più sul dettaglio, ti va? Sul Quickstart di Epigoni c’è scritto “il Fato è un master cattivo”. Tornando sul piano fisico, com’è un buon master di Epigoni?

Per me un buon master di Epigoni GDR è un buon giocatore di Epigoni. Di base siamo abituati a considerare il master come un’autorità che crea la storia, quando in questo gioco il master è colui che la imposta solamente.

Il master di Epigoni deve lasciare ampio spazio di manovra per dare la possibilità ai personaggi di compiere le loro imprese.

E poi sarà banale, ma il master deve divertirsi. Secondo la mia filosofia, il master è fiero delle sfide che pone in campo ma deve essere il primo a tifare per i suoi giocatori.

Ultimo, ma non ultimo, il master deve avere la capacità di improvvisare e seguire il flusso narrativo creato dai giocatori.

Mi parli del concetto di Ovemai presente in Epigoni?

Gli Ovemai sono dei piccoli semipiani: si tratta di mondi diversi dal nostro che si dividono in due categorie: Ovemai Ancorati, ossia legati a posti realmente esistenti come Stonehenge e Ovemai Concettuali, i quali comprendono posti come Asgard ma anche Il Pub, ossia l’archetipo del pub.

Si tratta di luoghi funzionali alla narrazione, le cui leggi si piegano alla stessa. Per cui tu puoi decidere che gli Ovemai sono palchi in cui le situazioni si continuano a ripetere uguali a loro stesse, ma possono anche essere luoghi in cui la storia si muove in modo lineare.

In generale, ogni Ovemai è governato da leggi fisiche, morali, psicologiche diverse che impatteranno sul gioco che viene portato al tavolo.

Faccio un piccolo spoiler. Abbiamo un’avventura ambientata nel mondo dei videogiochi in cui l’Ovemai verrà costruito facendo domande ai giocatori sui loro videogiochi preferiti.

Molto divertente, non vedo l’ora di giocarci! Ti faccio una domanda sul modo di concepire le sensazioni in Epigoni. Ho notato dal Quickstart un occhio di riguardo per tutto ciò che è percepito, che va oltre alla mera vista. Come mai?

In Epigoni ho provato a fare un esperimento. Ho tentato di far costruire il teatro della mente non sulla descrizione precisa ma sulle coordinate. Pertanto, ognuno avrà il suo Jack lo Squartatore in testa con i dettagli che lo definiscono ma il mood emotivo sarà identico per tutti.

Spesso, secondo me, ci dimentichiamo che oltre alla vista esistono altri sensi. Raccontare solo attraverso uno di essi è, a parer mio, uno spreco.

Inoltre, quando scrivo io amo parlare all’intuito, al lato inconscio del lettore. Preferisco descrivere l’anima di ciò che i personaggi incontrano, più che la sua fisicità. Nello scrivere, utilizzo la sinestesia per toccare più da vicino e più in profondità.

Se ti dico “è di quel grigio di un film che hai visto troppe volte e sai già come finisce”, tu hai capito al volo il colore e la sensazione che voglio darti. Non c’è un modo migliore per darti quell’idea.

Chiarissimo! Ti volevo poi chiedere qualcosa in merito al concetto di stereotipo. Epigoni si basa su di esso e gli unici che se ne distaccano sono i personaggi, come mai?

L’Epigone è mortale e, in quanto tale, possiede il libero arbitrio. Egli è un bug del sistema che si muove contro di esso.

Sia chiaro, volendo tu potresti accettare lo stereotipo che il Fato ha deciso per te e diventare un Vacuo, intrappolato per sempre in un ruolo che hai accettato per comodità.

La cosa divertente è che lo stereotipo, sulla scheda dell’Epigone, è scritto dal GM: la prevaricazione definitiva. 

Se tu accetti i Punti Profezia e ti comporti secondo il tuo stereotipo, col passare del tempo, cambi. Cosa significa che cambi? È molto semplice. Progressivamente la tua scheda viene modificata dal master in modo da farti incarnare sempre di più lo stereotipo.

Questa meccanica rende ciò che succede in game: se accetti il tuo stereotipo il Fato mette sempre di più le sue mani su di te e ti modifica, banalizzandoti.

Come ho detto, è la violenza definitiva nel gioco di ruolo e aggiunge quel brivido, quella paura, che secondo me rende molto più interessante la scelta di cedere al Fato. 

Sia chiaro, questo processo è parte della teatralità del gioco e non è equiparabile alla cattiveria gratuita di strappare la scheda del giocatore quando muore il personaggio. Processo, tra l’altro, inutilmente tossico a parer mio.

Chiudiamo con una domanda sul Kickstarter. Come sarà? Cosa ci sarà dentro?

Il Kickstarter di Epigoni GDR si compone di tre manuali di cui due cartacei (Epigoni, ossia il manuale base e Visioni, la descrizione di setting proposti da noi) e uno in PDF chiamato Godnet Database. Il motivo della scelta di utilizzare il formato PDF per Godnet è duplice.

Il primo è che preferisco evitare di sprecare carta per qualcosa che si può comodamente consumare in digitale, il secondo è che non mi andava di stampare quello che, a tutti gli effetti, è un compendio di stretch goals.

Aggiungo che il formato PDF consente di essere adattato per essere consultato da cellulare e tablet e, inoltre, abbiamo bisogno di molto spazio per questo manuale. Perché? Ti faccio un piccolo spoiler a riguardo.

Il pledge Early Bird (quello fatto entro 24 ore dall’inizio del Kickstarter, ndr) consentirà di inserire un artefatto a scelta del donatore all’interno del gioco.

Per quanto riguarda la filosofia del Kickstarter, invece, io cerco di trattare la community non come dei compratori ma come degli investitori. Kickstarter non lo concepisco come un sistema di vendita ma di investimento per un progetto.

Gli investitori pagano per ottenere una “azione” e, con il passare del tempo e delle donazioni, vedono il valore della propria azione crescere grazie agli stretch goal sbloccati.

Ho capito. Grazie mille per il tuo tempo!

Cosa ho tratto dall’intervista

Dopo qualche ora passata con Nicola mi sono reso conto che Epigoni è una gigantesca paraculata nel senso più positivo del termine.

Fare il pledge a questo gioco significa comprare le regole per utilizzare la fantasia. E se vuoi giocare ad un gigantesco sandbox che parla potenzialmente sia al tuo cuore, che al tuo cervello, che al tuo stomaco beh, hai trovato il gioco che fa per te.

La pagina Facebook di Epigoni è questa, mentre qui è dove potete lasciare il follow al progetto su Kickstarter. Io personalmente non vedo l’ora di metterci su le mani.

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