La bellezza del GDR è potersi immergere in un mondo immaginario attraverso gli occhi di un personaggio, assaporandolo attraverso le sue emozioni e sensazioni. Eppure una delle emozioni umane più difficili da simulare è senza dubbio la paura.
La paura è un istinto primordiale, è ciò che dà alla preda la forza di fuggire dal predatore. E allora come si può proporre ad un tavolo di giocatori un’esperienza, una sessione horror, che si basa su qualcosa di così sottile?
Chi scrive è un enorme appassionato di cinema e letteratura horror, e proverà a darvi qualche risposta a riguardo.
Il patto di una sessione horror
La primissima cosa da stabilire se si vuole masterare una sessione horror è anche la più importante, ovvero che i giocatori siano effettivamente interessati a ciò che verrà proposto. Se si vuole mantenere un’atmosfera di tensione al tavolo è essenziale che i giocatori siano propositivi a riguardo.
Non ci dovrà essere spazio per battute che sminuiscano la minaccia o momenti di goliardia che magari non darebbero fastidio in un altro tipo di sessione.
Per questo motivo è essenziale parlare.
Parlate con i vostri giocatori, spiegategli che tipo di giocata si andrà a fare. Prima ancora di questo: cercate le persone giuste a cui proporre l’avventura. I gusti sono gusti, è sacrosanto, ma basta un giocatore svogliato al tavolo perché crolli il teatro della mente. Una sessione horror ne è suscettibile più di qualunque altra.
Tuttavia è anche importante capire cosa i vostri giocatori sono in grado di sopportare e cosa no: inevitabilmente a volte l’horror può toccare tematiche più o meno delicate, almeno per alcuni.
In questo vi può aiutare uno strumento molto importante per ogni master: la dichiarazione di intenti (o DDI), un documento che il master stila prima di una campagna o di una oneshot, nella quale vengono esplicitate sia le tematiche della sessione horror che gli aspetti organizzativi.
Se ciò che stiamo per masterare ha delle parti che possono essere sensibili per alcuni, è giusto fare un disclaimer nella DDI. Certi tipi di esperienze non sono per tutti e in questo non c’è nulla di male: ricordate che la cosa più importante è sempre divertirsi.

Sessione horror: non solo splatter
Uno dei peggiori stereotipi sul genere è che si basi sulla violenza gratuita e che pertanto vada riportata nella vostra sessione horror.
Sì, esistono diversi sottogeneri che fanno ampio utilizzo di scene gore, ma anche in quei casi (almeno nelle opere più riuscite) la violenza è dosata, utilizzata nei momenti corretti per suscitare orrore e disgusto.
L’abuso insensato di scene cruente lascerà perplessi ed indifferenti i giocatori, stemperando la tensione e rendendo il gioco qualcosa di vicino al peggiore dei B-movie.
Puntate su altro: la costruzione progressiva della tensione che proviene da un pericolo inizialmente appena accennato, ma che diventa sempre più incalzante. Aggiungete dettagli che rendano inquietante l’atmosfera, e soffermatevi sulla descrizione delle sensazioni che la situazione trasmette ai personaggi giocanti.
Sbizzarritevi con la fantasia. Colpite i personaggi dove sono più vulnerabili: visioni inspiegabili che li facciano dubitare della propria sanità mentale, incubi ricorrenti sempre più dettagliati di volta in volta, con riferimenti a fatti ed eventi strettamente personali per chi sta sognando.
In molti noti giochi di ruolo, lo sappiamo, i giocatori si ritrovano con personaggi molto potenti, e, scheda alla mano, a volte c’è davvero poco che li possa impensierire.
Per questo dovrete essere più subdoli e indiretti nel minare le loro certezze: almeno inizialmente il pericolo non potrà essere qualcosa di affrontabile apertamente con la forza bruta, ma qualcosa di intangibile, onnipresente, instancabile nel perseguire il suo incomprensibile fine.
Ciò che non si vede è più spaventoso di ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Fear of the dark
Inutile girarci attorno: per la buona riuscita di una sessione horror è fondamentale avere la giusta atmosfera. Nessuno si sentirebbe minacciato in una bella giornata di sole splendente mentre ascolta il canto degli uccelli.
Aiutatevi con il giusto ambiente: questo tipo di sessioni vanno giocate a notte fonda, alla luce di una singola candela, magari con un sottofondo musicale dark ambient ad accompagnare la narrazione.
Nell’oscurità della notte, il raziocinio cede il posto alla suggestione, e le paure più fantasiose possono diventare improvvisamente molto reali.

Non abbiate paura di essere citazionisti: se viene fatto nel modo giusto, cercare ispirazione nei migliori prodotti di genere vi darà enormi spunti per la costruzione della vostra sessione horror.
Questo vale sia in modo diretto, traslando mostri, demoni e assassini di noti brand cinematografici nelle vostre storie, sia indirettamente: quante volte ci siamo ritrovati a saltare sulla poltrona del cinema dopo una sequenza di costruzione della tensione che infine sfocia in un genuino jumpscare?
Provate a replicare il taglio registico di un’opera horror nella vostra narrazione di una scena: con un po’ di esperienza, è qualcosa che vi regalerà l’enorme soddisfazione di vedere lo sgomento nei volti dei vostri giocatori. E parlo per esperienza personale quando dico che è una sensazione impagabile.
La pazienza è la virtù dei sadici
Quando si mastera una sessione horror è necessario stare molto attenti alla gestione della narrativa. I giocatori dovranno sudarsi ogni singola criptica risposta alle loro domande: la conoscenza abbatte la paura.
Siate molto tirchi nel rendere esplicito cosa li sta mettendo in pericolo. La sensazione strisciante che qualcosa sia fuori posto deve insinuarsi piano nelle menti dei giocatori. Se sapranno subito con cosa hanno a che fare sarà molto più difficile creare suspance: non è il buio a fare paura, ma ciò che il buio potrebbe nascondere.
Se state utilizzando un sistema di gioco che prevede il combattimento dovrete avere qualche accortezza in più: ciò che i personaggi stanno affrontando non può, almeno inizialmente, essere risolto semplicemente menando le mani.
Questa dovrà anzi essere l’ultima opzione che i giocatori vorrano valutare. E se non troveranno altri modi per farlo, allora dovrà essere uno scontro particolarmente crudo e spietato, che avverrà solo alla fine di tutto, quando la minaccia finalmente si rivelerà.
Infine, quando tutto sarà finito e la vostra sessione si sarà conclusa, nella migliore tradizione horror, lasciate sempre qualche dubbio ai giocatori se ciò che hanno appena affrontato sia veramente concluso. Perché in fin dei conti, si sa, tutti amano un buon cliffhanger.
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