come giocare monaco

Il saggio Giovenale diceva “mens sana in corpore sano”. Se poi ci aggiungi “e non rompere le palle al party” ottieni l’incipit perfetto per questa puntata di Esempi Brutti su come non giocare un monaco.

Buona lettura!

Come non giocare un monaco: il background

Per te che dedichi il tempo a leggere questo articolo, è bene che tu sappia che di giocatori di D&D con lo spirito monastico nel cuore ce ne sono tanti. Molti di loro, però, appartengono ad una categoria che in confronto la malerba è in via d’estinzione: il gruppo di chi sa come non giocare un monaco.

Tali amanti delle scuole monastiche e dei passati travagliati emergono già a partire dal background.

Nella lontana terra di Skinir, Pdor figlio di Kmer, della tribù di Instar, studiava l’inconsueta arte del monachismo” mi sembra l’esempio che introduce al meglio il tipico monaco via della caduta delle palle a terra.

Se poi ci aggiungi un po’ di allenamento, qualche chilo di sobrietà, una spiccata propensione nelle acrobazie e, per i più coraggiosi, un pizzico di vegetarismo, ottieni Cortana, la monaca tibetana.

Come non giocare un monaco: il roleplay

Il consiglio più grande su come non giocare un monaco è quello di ruolare ispirandoti alla Regola Benedettina.

Potrei provare a darti altre indicazioni, a scherzarci sopra e a trovare i migliori stereotipi sul roleplay di questa classe, ma sarebbe tutto inutile. L’unica Regola che esiste per giocare male un monaco è quella che ho citato sopra.

La tecnica che funziona meglio, infatti, è di giocare un monaco asceta, equilibrato, che medita e che proviene da una scuola monastica famosa.

In alcuni casi, inoltre, sulla scia del paladino legale scemo, anche l’allineamento aggiunge un tocco di moderazione al tuo personaggio. Cortana avrà un allineamento legale buono ascendente vergine, per non farti mancare niente insomma.

Come non giocare un monaco: la prima sessione

La prima sessione inizia durante un lungo viaggio su una carovana, con il resto del party affamato e stanco per la fatica.

Vi fermate nella prima zona utile a fare un riposo e il mago con un trucchetto accende il falò. Tra una chiacchierata ed un’altra, il bardo inizia a tirare fuori le famose Heineken medioevali e i panini mortadella e pesto di pistacchio e si inizia a mangiare.

Un grido spezza l’atmosfera: “Ehi, ma che diavolo fai?!?!”

Il party si gira e tutti potete notare Cortana che con dei calci volanti fa volare panini e birre medioevali al barbaro, perché mangiare è sopravvalutato e l’unico modo per raggiungere la salvezza è tramite i livelli di Affaticamento.

Si dice che i monaci siano abili acrobati, ma non ne avevi mai visto uno far saltare i propri arti separatamente…

Monaco via del maestro ubriaco: veni, vidi, vino!

Anche i manuali ufficiali odiano chi sa come non giocare un monaco e per questo hanno offerto una via d’uscita a questa piaga del gioco di ruolo: la via del maestro ubriaco.

Un vecchio saggio diceva che per alcune questioni è meglio appellarsi alla scienza, e la dipendenza da alcolici, piuttosto che alcolismo, è meglio chiamarla soluzione alcolica. Mi pare fosse Grignani, ma non vorrei sbagliare.

Scherzi a parte, se ti sei stancato del solito monaco rigido e moderato, puoi prendere spunto da una delle sottoclassi più divertenti del gioco. Il monaco via del maestro ubriaco, infatti, offre spunti sia di roleplay, che per gestire al meglio il rapporto tra mente e spirito (scusate, la smetto coi giochi di parole).

Chi l’ha detto che il tuo personaggio debba provenire da una scuola monastica? Un’idea potrebbe essere che si guadagnasse da vivere fingendosi ubriaco e rubando spiccioli alle taverne!

Corpo e mente: aspettative vs realtà

Come puoi notare, un aspetto fondamentale della costruzione di un monaco è il rapporto tra il corpo e l’anima.

Diversi archetipi del monaco, infatti, fanno leva su questo dualismo ed è a partire da questi che si possono trarre spunti per ottenere il giusto contrasto che rende ogni personaggio intrigante.

Se vuoi creare gioco abbandonando la tua esperienza nell’arte di sapere come non giocare un monaco, potresti provare costruire un dualismo unico tra mente e corpo del tuo personaggio.

Puoi pensare ad un monaco particolarmente corpulento ma estremamente forzuto, che ama mangiare ma conosce perfettamente i propri limiti. Oppure, puoi parlare col tuo master per trovare il giusto equilibrio tra capacità fisiche e capacità mentali.

Per esempio, potresti decidere che il tuo monaco non abbia la vista, o il tatto, o non sia in grado di compiere alcune azioni fisiche, ma che in compenso abbia dei sensi più sviluppati, o delle capacità più affinate. Parlane in Sessione Zero: tutto sta alla tua fantasia e alla dichiarazione d’intenti della tua campagna.

Come non giocare un monaco: riflessioni conclusive

Come in ogni puntata di Esempi Brutti, siamo arrivati alle riflessioni conclusive.

Ti ho parlato di come non giocare un monaco e di come fare per allontanarti da questa tendenza. Spero di averti dato degli spunti interessanti per poter portare al tavolo un personaggio divertente, innovativo e che crei gioco.

Ricordati che l’unico limite nei GDR è la tua fantasia. Non privarti della possibilità di portare in gioco le tue idee solo per paura che il master non ti accontenti. Ma soprattutto, non accontentarti di ciò che hai già visto e sentito.

Anche questa puntata di Esempi Brutti è finita. Tu come non giochi un monaco? Scrivicelo su Facebook e su Instagram!

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